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Storia della pasta 1

Storia della pasta - ep. 1

Come, quando e dove nasce la pasta? Molti studiosi hanno cercato di venirne a capo anche se sostanzialmente lo storico ed economista Giovanni Rebora, quando parla dell’origine e delle varianti di questo diffusissimo alimento, dice che: “La genesi di tutte queste cose è molto antica, ma per ciò che riguarda l’alimentazione non hanno importanza le notizie sulla ‘nascita’ di un cibo, che sono curiosità da collezionista, ma ha importanza la sua diffusione.”



Siccome qui a casa della Rina si è tutti curiosi come collezionisti, dedichiamo una serie di articoli all’invenzione della pasta. E partiamo col dire che inizialmente sembrano tre i concorrenti al titolo di “popolo primo inventore”: gli Italiani, i Cinesi e gli Arabi. Non solo tre civiltà totalmente differenti ma addirittura nate in tre continenti, gli unici conosciuti nell’antichità.

Mentre alla pasta degli Arabi dedicheremo uno specifico articolo, cominciamo qui a dirimere la questione del primato tra Italia e Cina, che nasce da una contestata interpretazione di un passo de Il Milione. Marco Polo nel 1298 scriveva che nel Regno di Fansur (che in realtà non sarebbe nemmeno la Cina ma l’odierna isola di Sumatra, in Indonesia) crescevano grandi alberi che “sono tutti pieni dentro di farina, e di quella farina si fa molti mangiar di pasta e buoni”.



Un commentatore della metà del ‘500, però, dedusse da questa frase che Marco Polo avesse portato a Venezia assaggi di lasagne ed altre paste conosciute lì, e a questa interpretazione si agganciarono dopo di lui i primi storici dell’alimentazione.

La pianta per la cronaca era la cycas o palma da sago, dal cui midollo ancora oggi si ricava un amido fondamentale per l’alimetazione delle popolazioni di quell’area. E con cui là si producono anche spaghetti di vario formato. Ma se Marco Polo definiva “pasta” i loro spaghetti di sago… significa che conosceva bene il significato di questa parola e che la usava senza ulteriori spiegazioni con i suoi lettori perché sapeva che l’avrebbero capita facimente. Dunque nel 1298 in Italia la pasta era già diffusa… non l’ha importata Marco Polo!




Il problema della superficialità degli storici si è protratto, sostiene sempre il prof. Rebora, tanto è vero che sono state elaborati studi e statistiche basati sui dati dei commerci all’ingrosso delle grandi derrate alimentari che non tenevano conto della molteplicità delle forme alimentari. Dal punto di vista dell’analisi economico/commerciale le loro teorie certamente funzionavano, ma hanno anche falsato per lungo tempo tutte le narrazioni nell’ambito della storia e dell’antropologia dell’alimentazione.

Ad esempio: si è a lungo tradotto il grano in pane ma non si teneva conto che, da un certo punto in poi, il grano veniva usato anche per la produzione di pasta, sia a livello casalingo che, come vedremo, anche in forma protoindustriale… le grandi importazioni di grano duro non erano di certo destinate alla panificazione!



E allora torniamo alla domanda iniziale e ci chiediamo: allaluce di questa consapevolezza, quando e come nasce davvero la pasta in Italia? Risposta: nella nostra penisola la pasta è praticamente esistita (quasi) da sempre, infatti il prossimo articolo racconterà le origini della pasta all’italiana… partendo addirittura dalla preistoria!

Annalena De Bortoli

Bibliografia

  1. Piero Antolini, Cucina all’orientale, Arnoldo Mondadori Editore, 1990, ISBN 88-04-25489-0

  2. Alberto Capatti, Massimo Montanari, La cucina italiana. Storia di una cultura, Editori Laterza, 1999, ISBN 88-420-5884-X

  3. Jean-Louis Flandrin, Massimo Montanari (cura), Storia dell’alimentazione, Laterza, 1997, ISBN 88-420-5347-3

  4. Franco La Cecla, La pasta e la pizza, Il Mumlino, 1998, ISBM 88-15-06583-0

  5. Marco Polo, Il Milione, 1298, edizione critica a cura di Valeria Bertolucci Pizzorusso, Adelphi, 1997, ISBN 88-459-1032-6

  6. Giovanni Rebora, La civiltà della Forchetta. Storie di cibi e di cucina, Editori Laterza, 1998, ISBN 88-420-5604

Crediti fotografici

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